18 luglio 2012
I conti non tornano...
Un team di scienziati provenienti da Cina, Gran Bretagna e Stati Uniti, guidata da Dabo Guan dell'Università di Leeds, ha confrontato i dati delle emissioni di biossido di carbonio dal 1997 al 2010 dichiarati dalle singole province della Cina con quelli dichiarati dal governo centrale e ha trovato una grande differenza tra i due set. Secondo le statistiche nazionali cinesi, in media, le emissioni di CO2 sono cresciute del 7,5% all'anno dal 1997 arrivando a 7.69 miliardi di tonnellate nel 2010, mentre le emissioni aggregate di tutte le province cinesi sono aumentate del 8,5% in media arrivando a 9,08 miliardi di tonnellate nel 2010. La lacuna tra i due insiemi di dati sembra, quindi, essere di 1,4 miliardi di tonnellate di anidride carbonica, il che comporta enormi incertezze sulle statistiche relative al consumo energetico cinese. Secondo Guan, la cosa più grave è che la Cina non è l'unico paese con dati energetici incoerenti. Da questo studio, come da molti altri, risulta chiaramente che a causa delle emissioni da combustibile fossile e della deforestazione nei prossimi decenni la temperatura terrestre potrebbe aumentare di 2°C, aggiungere un altro miliardo di tonnellate di emissione nei modelli previsionali porterà un accelerazione ulteriore nell'aumento della temperatura. Visto che secondo il team la Cina non è l'unico paese a non avere i conti in regola,sarà interessante sia leggere i prossimi studi che usciranno su Stati Uniti ed Europa sia vedere come si svolgerà il dibattito a Rio+20 nell'anno in cui scade il protocollo Kyoto.